Turismo: lo Stato non può essere un bancomat
04/04/2022

Scrive un rappresentante di categoria di una località turistica siciliana (il 21 febbraio su Il Quotidiano Nazionale prima dell’invasione ucraina): “In marzo non abbiamo prenotazioni, in aprile stessa cosa. Servono aiuti da parte dello Stato”. L’esperienza dice che le destinazioni stagionali come molte di quelle siciliane, ma non solo, ricevono (stando alle registrazioni) poche prenotazioni anticipate nei mesi primaverili. Le prenotazioni sempre meno anticipate, il cosiddetto early booking, sono un dato di fatto che, post Covid, vale per tutti. Riguarda i clienti fedeli, quelli abituali, i gruppi e in una certa misura anche i viaggiatori internazionali. La ricettività siciliana, così come quella di molte altre destinazioni italiane, si compone di villaggi, resort e di hotel mediamente piccoli che, in generale, tendono a non concedere generosi allotment ai tour operator, visto che non riuscirebbero a soddisfarli in alta stagione. Gli alti tassi di occupazione, infatti, consentono già di ottenere ricavi eccellenti nei 100 giorni di alta stagione. Dati, numeri ed esperienza ce lo confermano. D’altro canto, la maggior parte degli operatori turistici, siciliani e non, si accontenta di fatturati limitati e non rischiano per andare alla ricerca di redditi più generosi. Crediamo sia meglio dedicare gli aiuti di Stato alla riqualificazione del patrimonio alberghiero nazionale e alla riclassificazione degli hotel a 4 e 5 stelle, le categorie preferite dalla clientela internazionale.
 



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