Gli effetti del conflitto Russo-Ucraino in Europa
04/04/2022

E’ difficile valutare gli effetti della guerra, delle sanzioni, dei negoziati, dell’esodo di donne e bambini ucraini verso l’Europa. Le tensioni e il movimento continueranno anche dopo la fine del conflitto e dopo il contro esodo. Riguardo ai futuri rapporti turistici con la clientela russa c’è molta fibrillazione e altrettanta incertezza tra gli operatori. Si dice che ci vorrà tempo per dimenticare parole brutali e frasi poco diplomatiche contro la Russia e contro i russi. I migliori sociologi sostengono che serviranno diverse stagioni turistiche prima che i russi ritrovino un sentiment positivo verso l’Italia.
A chi come noi vive di ospitalità e turismo tocca interrogarsi perché se il turismo russo a livello nazionale vale solo il 2% del giro d’affari complessivo generato dal turismo internazionale, molte località (da Forte dei Marmi a Rimini, da Cortina alla Costa Smeralda) non vorrebbero mai rinunciare alla pioggia di milioni che questi turisti erano soliti dedicare allo shopping, alla nautica e ai consumi vistosi.
In Italia, così come in Francia e Spagna, sono sorte decine di hotel di lusso dal design coerente con i gusti russi, alberghi che senza questi clienti difficilmente riusciranno a stare economicamente in piedi. Dove si trasferiranno allora questi turisti, visto che i russi comunque continueranno a viaggiare? Come prima opzione, sceglieranno le nazioni che non hanno imposto sanzioni al loro Paese: Cipro, Turchia, Emirati Arabi, Sud Africa, etc. che saranno probabilmente assolte dalla propaganda ex-post conflitto.
Difficile per ora pensare che nel 2023 ci sarà il necessario appeal per i viaggi diretti in Italia. Come società di analisi e ricerche, titolare di un Osservatorio Turistico, Trademark Italia si occupa di leggere i fenomeni e studiare gli accadimenti che hanno pesi rilevanti sull’economia turistica nazionale. A fine marzo 2022 abbiamo individuato alcuni effetti legati al conflitto:
1. un biennio di azzeramento di viaggi e vacanze russe nel Vecchio Continente;
2. contrazione generale del movimento turistico outgoing dai Paesi dell’Est europeo;
3. rallentamento della ripresa dei viaggi d’affari e del movimento fieristico/congressuale con effetti negativi sulle maggiori città business;
4. consolidamento del movimento turistico nei mesi più caldi dell’estate;
5. ulteriore aumento dei prezzi nel settore hotellerie/ristorazione in tutte le destinazioni a causa dell’incremento dei costi energetici e delle materie prime;
6. valori immobiliari alberghieri urbani in leggera crescita, soprattutto per le strutture premium.
Per le vacanze estive a cui gran parte degli europei sta già pensando ma non decidendo e prenotando, sarà la componente meteorologica la variabile determinante. In parallelo ovviamente alla data del “cessate il fuoco” in Ucraina.



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