I lungomari sono l’identità stessa delle destinazioni balneari. Sono segnali attrattivi tipici, confini transitabili dai quali valutare la qualità della spiaggia e dell’orizzonte, dello skyline ospitale.
Sono emblematici. Sono passaggi rituali, essenziali riferimenti per i viaggiatori internazionali. I lungomari sono come dei distintivi di qualità, sono la prima pagina dell’offerta di ospitalità di una destinazione balneare. Sono stati realizzati in tutta Italia da sindaci e podestà per costituire la prima linea turistica e presentarsi al meglio agli occhi dei viaggiatori. Senza lungomari non c’è “appeal internazionale” per le destinazioni balneari, ma vantaggi per monopattini, per esibizioni ciclistiche, per atleti dilettanti e pensionati del posto. Nessun vantaggio per i turisti. Tutte mosse gradite agli elettori locali perché senza lungomare non sei più in Costa Azzurra, in Versilia, sulla Costa Sorrentina, neanche a Jesolo e non fai più il verso alla Promenade des Anglais di Nizza o alla Croisette di Cannes. Il lungomare lo trovi anche negli Stati Uniti: da Key West alla Collins Avenue di Miami, da Martha Vineyard agli Hamptons i lungomari sono un must irrinunciabile. Persino le piccole località balneari italiane hanno un lungomare transitabile.
Il lungomare tra l’altro è il punto di orientamento necessario per graduare la qualità dell’ospitalità e dei prezzi. Prima linea, seconda, terza... E per finire, i capoluoghi di regione italiani, Bari, Reggio Calabria, Napoli, Palermo, Genova e Trieste restano orgogliosi del proprio lungomare e dei marciapiedi, una garanzia per la promenade che conduce sempre al cuore pulsante della vita e dell’ospitalità balneare. Il lungomare, un luogo per passeggiare senza guardarsi le spalle, senza minacce di ciclisti, risciò e monopattini, solo guardando il mare anche nei mesi in cui i turisti non ci sono.