Il turismo sostenibile e il luogo comune: "meno turisti è meglio".
24/11/2021

I fenomeni atmosferici sono ciclici, lo dice la storia, ma la comunicazione mainstream ci dice che bisogna assolutamente intervenire sulle emissioni di CO2. Le dobbiamo ridurre in ogni modo. Dobbiamo smettere di sprecare energia, tornare ad essere parsimoniosi e sobri. La parola d’ordine è basta sprechi cercando di fare a meno, il più possibile, dei combustibili e del gas naturale. Dovremmo consumare l’energia che si produce con le fonti rinnovabili.
Considerato che i combustibili fossili fanno girare la civiltà occidentale, che le industrie tessili, chimiche, manifatturiere consumano gas e petrolio, che la sanità e i sistemi sanitari inquinano più di 500 centrali a carbone e che si stima che la nostra salute incida tra il 3  e l’8% dell'impronta ecologica complessiva, accertato scientificamente che l’eccesso di CO2 nell’atmosfera è responsabile della crisi climatica che a sua volta si ripercuote sulla salute umana, come si fa a immaginare che “la transizione” in Italia possa risolversi con il PNRR? Per quello che riguarda il turismo, i viaggi, i trasporti, l’ospitalità, l’aria condizionata, l’entertainment, i fabbricatori di ghiaccio, e persino i pasti caldi della Caritas, l’energia delle fonti rinnovabili non basta e non basterà visto che se - come nel 2021 - non c’è vento e il sole è offuscato, l’energia non si produce. Preso atto che non abbiamo fonti energetiche sufficienti, come faremo a seguire il tam-tam di Greta e della sua allegra compagnia di GenZ, senza energia nucleare?
Chi predica di parsimonia energetica e di consumi sobrii, chi invita uomini e donne di buona volontà a cambiare stile di vita, chi accusa tutto il mondo di negligenza poi annuncia che sobrietà significa case più fredde o più calde, strade più buie, meno viaggi e meno vacanze soprattutto a lungo raggio (perché nulla inquina più degli aerei), ci vuol poco a capire che così non si fa proselitismo per il cambiamento e la transizione ecologica. Dovremo decidere se il turismo del bimestre Luglio-Agosto è sostenibile, accettabile e compatibile con il carico antropico e il consumo energetico. Per ora secondo “la scienza” sembrerebbe di no.



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