The open
24/11/2021

Ritorna l’ENIT, unico riferimento nazionale destinato a curare le ansie di 21 tra assessori regionali e provinciali speciali. Ciascuno dotato di un robusto piano di marketing, fatto apposta per distinguersi, competere ed emergere nella comunicazione turistica italiana, dentro e fuori i confini.

Ovviamente è impresa ardua per ENIT accontentare questi interlocutori politici, di “colori diversi” e con obiettivi turistici spesso divergenti. ENIT non è solo la principale protagonista della comunicazione turistica e della relativa promozione internazionale, è anche l’unico punto di assistenza per gli operatori turistici italiani che cercano di vendersi all’estero. Forse per queste molteplici attività, la sua storia centenaria non è trionfale. Tutti lo accusano di non fare abbastanza e di non avere la necessaria competenza. Parecchi scontenti, grande brontolio nazionale, ma tutti (chi più chi meno) utilizzano ENIT. Perché?
1.    Per sapere qualcosa di più dei Paesi in cui si organizzano fiere ed expo, nei quali ci si può presentare con il proprio spazio e il proprio materiale per raccogliere l’attenzione dei turisti.
2.    Per sfruttarne il supporto e l’assistenza in termini logistici e organizzativi in mercati spesso sconosciuti, anche a livello di lessico. Per evitare viaggi a vuoto a Berlino come a Londra, a Bruxelles o Madrid, i dirigenti regionali non possono fare a meno dei collaboratori di ENIT. Stessa cosa per gli albergatori indipendenti, i piccoli tour operator e le agenzie viaggi.
3.    Per ottenere biglietti d’ingresso gratis, ma anche per farsi indicare un albergo comodo per fiere ed expo.
4.    Per organizzare una conferenza stampa in un Paese che si conosce appena e del quale non si parli la lingua.
In buona sostanza gli operatori turistici italiani indipendenti e le Regioni hanno bisogno di ENIT per esportare la promozione, farsi conoscere, incontrare qualche operatore internazionale, partecipare ai “meet&match” con intermediari, tour operator o agenzie viaggi, una o più volte all’anno.
Eppure la percezione di questa utilità è bassissima. ENIT comunica male, tanto male da non risultare partner essenziale degli operatori italiani nelle decine di show internazionali che organizza. Questa forza inespressa, non percepita positivamente dagli operatori, corrisponde ad un giudizio negativo dei turisti italiani in viaggio nelle capitali occidentali che, non sappiamo perché, cercano gli uffici di ENIT per informarsi sulla città da visitare. Incredibile!
Adesso, di sicuro, non è più così. ENIT è cambiato, non è ancora abbastanza. Adesso tocca alla professoressa Garibaldi.



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