L'importanza dei materassi per la qualità del riposo e dell'ospitalità
01/10/2021

Nel 1982, quando nacque Trademark, la capacità ricettiva italiana era molto simile, forse superiore, a quella di oggi. In termini di hotel e di letti disponibili le destinazioni balneari, soprattutto, si presentavano con numeri da record resi ufficiali dalle autodenunce degli albergatori. Gli stessi che autocertificano quella classificazione alberghiera che in quegli anni era pubblicata (annualmente) da ENIT e, in sostanza, riservata agli intermediari e alle agenzie viaggi. Si trattava in realtà di un elenco, non fruibile direttamente dai turisti, che “censiva i materassi esistenti” ma non diceva quanti erano usurati, sporchi e quindi da cambiare. Il dato sbalorditivo per i giovani operatori è che fino agli anni 80 gli alberghi, anche quelli di prima categoria (le attuali 4 stelle), hanno continuato a proporre ai propri ospiti dei materassi di lana sui quali dormire d’estate (una tortura) e d’inverno (un godimento). I materassi di lana, considerati eterni, sparirono definitivamente attorno alla metà degli anni ’80 pur mantenendo il loro fascino e e un posto di rilievo nel cuore delle signore albergatrici. Chi allora non c’era si meraviglierà di questa miopia generale degli albergatori, che giudicavano i materassi a molle l’ennesimo “difetto” in arrivo dall’estero. Fortunatamente la mentalità dell’hotellerie nazionale cominciava a manifestare i primi segni di cambiamento, per cui ci bastò mostrare gli standard internazionali di alloggio, accoglienza e piccola colazione, per ottenere attenzione e consenso. Ma i tempi erano diversi, le condizioni socio-economiche differenti, anche lo stile e il look degli addetti ai lavori si rifaceva ai canoni classici dell’hotellerie: no barba, giacca e cravatta quasi sempre, niente sneakers, e carta e penna per scrivere. Insomma erano, o apparivano, molto decisi a imparare. Non fu un cambiamento digitale, ma sostanziale e di prodotto che consentì di costruire nuclei di albergatori che, con l’esempio, furono in grado di diffondere i migliori standard di ospitalità italiani. Come fu possibile? Facendo migliaia di chilometri all’anno per portare il “verbo” rispetto a materassi, abat-jour, copriletto e innovativi atteggiamenti ospitali per disseminare una nuova cultura dell’ospitalità, del lodging internazionale e contribuire così, parallelamente, alla nascita delle prime facoltà universitarie in fatto di turismo.
Sono trascorsi oltre 30 anni da allora, oggi le fiere di settore propongono equipaggiamenti meravigliosi per riposare in albergo e per la rotazione degli oltre 2,2 milioni di materassi presenti nelle strutture alberghiere italiane. Allora ecco il domandone che si fanno le centinaia di produttori di materassi (d’albergo) che espongono alle fiere di settore, e che vi giriamo cari albergatori: ogni quanti anni in un albergo vengono cambiati i materassi?



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