Valutazioni e ipervalutazioni
12/07/2021

I proprietari degli hotel italiani faticano a prendere sonno per la pioggia di valutazioni pendenti sul mercato italiano. La questione è complessa e non si risolve con quattro “battute” sui valori per camera. Un hotel tre stelle di 50 camere a Riccione, in terza e quarta fila, con qualche anno sulle spalle può valere da 1,5 milioni cash a 2,5 milioni con pagamento dilazionato. Per poche decine di migliaia di euro a camera conviene tenersi l’immobile, continuare a gestirlo direttamente e guardare cosa succede altrove. Magari lontano, ad esempio negli Stati Uniti… per prendere fiato. Del resto la storia ci insegna che quello che accade oltreoceano dopo 6-8 mesi riverbera in Italia.
Negli Stati Uniti, nei primi 6 mesi del 2021 si registrano quattro compravendite di hotel con un prezzo a camera superiore a 1 milione di dollari. Straordinario. Ovviamente si parla di alberghi e resort dal nome pulsante, che trasmettono i valori del lusso (worldwide luxury) e che possono però dare al compratore un rientro sicuro del capitale investito.
Dan Lesser per Hospitality Advisor ha tracciato il percorso di sei transazioni alberghiere, non solo americane. Transazioni “leggendarie” ma attuali a prezzi superiori ai 2 milioni di dollari a camera. Nel mese di giugno 2021 l’industria dell’ospitalità occidentale vanta un totale di 35 transazioni alberghiere piccole e medie (tra 80 e 150 camere) pagate almeno 1 milione di dollari a camera. Per esempio, ad inizio giugno Hyatt Hotels Corp. ha acquisito il Ventana Big Sur Resort, un iconico resort sulla costa californiana vicino a Monterey, per 148 mln. di dollari: oltre 2,5 milioni di dollari a camera. Un record assoluto per l’industria dell’ospitalità statunitense.
A guardare queste cifre si direbbe che la pandemia sia superata (ma in realtà non lo è) e che l’inflazione di maggio abbia ingigantito il valore delle camere e delle suites di destinazioni famose frequentate da ospiti ricchi ed esigenti per i quali il prezzo è una leva insignificante.
Perché allora le camere di un hotel midscale di Riccione non riescono nemmeno ad avvicinarsi al costo di costruzione? E parliamo di Riccione, mica di Capracotta.
Brutto dirlo, ma la ragione della débâcle è sempre la stessa: non c’è ritorno del capitale, manca l’EBIT, come lo definiamo noi il GOP (Gross Operating Profit). Proviamo allora a guardare avanti e a “sperare” che nel ‘22 ci sia la ripresa del PIL, quando il ritorno dell’inflazione e l’ottimismo rivitalizzeranno i prezzi, i valori e le aziende ricettive anche in Italia. Dobbiamo contare su un decennio di sviluppo innescato da NextGenerationEU.



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